sabato 29 luglio 2017

 
(Dal libro “Vivere con il cuore”, di Padre Marinko Šakota, Medjugorje 2006, pp. 145-150)
 
 
Padre Slavko era maestro con tutto il suo essere, le parole ed il silenzio, l’azione e la preghiera. Il vero maestro della vita spirituale, solitamente, non si presenta come maestro. Egli non desidera insegnare, non si impone, né discute, né cerca di convincere.
 
Egli vive in modo tale che gli altri imparino dal suo esempio. Molti hanno riconosciuto in padre Slavko un maestro spirituale anche quando non pronunciava una sola parola, perché era la sua vita a parlare ed a fare da orientamento. Chi l’ha scoperto e compreso, era felice delle tante e preziose lezioni sulla vita e sulla crescita spirituale. Padre Slavko poteva dare perché, grazie all’apertura spirituale, era pronto a ricevere. Dal suo esempio si poteva continuamente imparare, perché egli stesso era impegnato costantemente ad apprendere. Viveva incessantemente le parole di san Francesco: “Fratelli, iniziamo dall’inizio, poiché sinora abbiamo fatto ben poco”.
 
Tanti hanno imparato a pregare da lui, che dedicava tanto tempo alla preghiera, ispirati dal suo modo di pregare. Per lui, pregare era normale, come mangiare o lavorare, perché la vita spirituale ha regole simili alla vita fisica. La vita spirituale è minacciata se non la si nutre con la preghiera quotidiana, se non la si purifica mediante la confessione e non la si arricchisce con la santa Messa. Al contrario, avremmo la povertà spirituale ed il deserto spirituale. La preghiera era, per lui, “l’esistenza con Dio nell’amore”. Per questo motivo, il cristiano non può limitarsi alla preghiera come richiesta per sé di qualcosa di Dio. La preghiera non può diventare pronto soccorso per sé, ma, in primo luogo, deve essere tesa a cercare Dio. Se il cristiano non prega per Dio, e se Dio non è al primo posto nei suoi desideri, allora può accadere che la sua preghiera sia atea, che sia recitata senza Dio.
 

M’interessava il modo di pregare di padre Slavko. Lo faceva servendosi delle preghiere preformulate o spontaneamente, o forse il suo stile era più contemplativo? Desideravo far mio il modo di pregare di un uomo che ritenevo essere un vero maestro di preghiera. Padre Slavko, tuttavia, non mi ha dato la risposta che mi aspettavo, non volendo impormi il suo modello, ma mi ha indicato una direzione: “Ognuno ha il suo modo di pregare. Io ho il mio, e tu scopri il tuo”. Evidentemente intendeva dire che ogni uomo è diverso, e che quindi ognuno deve trovare la propria via di preghiera. Per lui la cosa più importante non era quale preghiera si scegliesse, ma che si pregasse e che si fosse assidui nella preghiera.
 
Riteneva che chiunque avrebbe scoperto, con il tempo, il modo più consono di pregare. Non dedicava molta attenzione neanche al tema della più conveniente postura da assumere durante la preghiera, se genuflessi o seduti, oppure alle questioni come il comunicarsi accogliendo il Corpo di Cristo con la bocca o sulle mani, dando a ciascuno piena libertà di decidere. Non si può dire che questi comportamenti esteriori fossero per lui irrilevanti, perché la postura del corpo può e deve incidere sull’atteggiamento interiore e sui processi interiori che si sviluppano durante la preghiera.

Tuttavia, padre Slavko nel corso dei seminari e delle adorazioni, sottolineava come fosse necessario che ciascuno trovasse l’atteggiamento di preghiera più conveniente per lui. Le sue preghiere erano intrise di semplicità, avvolte da una devozione e da un calore infantili, e colme di una profondità di contenuti. Pregava con il cuore, cosa che attraeva la gente, ed il suo modo di pregare non lasciava nessuno indifferente.
 
Dall’esempio di padre Slavko si poteva imparare che la preghiera non va mai da sola, ma che è necessario anche l’impegno. Forse l’uomo prega più facilmente e più fervidamente quando si trova in certe particolari circostanze della vita, ma la preghiera non può limitarsi soltanto a situazioni particolarmente difficili, perché, come esiste il cibo quotidiano per il corpo, così dovrebbe esistere il cibo per l’anima.
 
Come si dedica un determinato lasso di tempo all’alimentazione del corpo, si dovrebbe fare altrettanto per l’alimentazione spirituale. Tanti cristiani, però, hanno dimenticato la preghiera, praticandola sempre di meno. Trascurano la preghiera ed adducono la scusa di non avere tempo per il troppo lavoro. Padre Slavko non era affatto d’accordo con questa giustificazione. Egli individuava le cause, invece, nel dare troppo tempo ed importanza all’avere, così come alla mancanza di amore verso Dio ed alla scarsa necessità di pregare. “Chi ama Dio troverà il tempo e sarà con lui; chi non lo ama, troverà sempre qualcosa di più importante e di urgente e non avrà tempo per incontrarsi con Dio”.
 
Padre Slavko non si limitava a registrare il problema e a cercarne le cause, ma dava anche consigli concreti sulla preghiera. Secondo lui, l’uomo che aveva i problemi di cui si è detto, ed in generale ogni uomo, avrebbe dovuto iscriversi alla scuola della preghiera. E per frequentarla, è necessario sapere che la preghiera è incontro e colloquio. Per l’incontro occorre avere tempo disponibile, e per colloquiare occorre sapere la lingua.

La preghiera, quale colloquio con Dio, “ha un suo lessico, una sua grammatica, i suoi contenuti, che richiedono tanto esercizio, come ogni altra lingua”.Se un cristiano frequenta questa scuola di preghiera, egli attiverà in sé i meccanismi della crescita del seme divino che Dio ha gettato nel cuore dell’uomo, e dall’uomo dipende se crescerà e darà i frutti o si atrofizzerà.
 
“E quando l’uomo sa che si tratta del seme dell’amore piantato nel giardino della sua vita e che può crescere, allora non si affaticherà nel tentativo che il suo amore cresca. Questo suo tentativo è, tuttavia, soltanto un cooperare con l’amore divino, al quale si devono il seme e la crescita dell’amore nell’uomo”.
 
Padre Slavko potremmo chiamarlo maestro del cuore, perché il posto centrale nelle sue prediche, nei suoi discorsi e nei suoi scritti è occupato dal cuore. Quasi tutti i suoi libri, nel titolo, contengono questa parola: Pregate con il cuore, Adorate mio figlio con il cuore, Celebrate la messa con il cuore, Dammi il tuo cuore ferito, Perle del cuore ferito, Seguimi con il cuore, Pregate insieme con i cuori gioiosi, Digiunate con il cuore. Tutti parlano del cuore umano e tutti sono convincenti ed utili, perché in essi si rispecchia il suo proprio cuore, la sua crescita, le domande che si poneva e le risposte che si dava.
 
Tutto ciò che faceva, lo faceva con il cuore, e tutti questi libri sono opera del suo cuore. Per lui il concetto di cuore ha il medesimo significato del concetto di amore. “Fare qualcosa con il cuore, non significa niente altro se non fare qualcosa con amore. Fare con dedizione, con dignità, con raccoglimento. Ed anche pregare e glorificare il Signore con il cuore vuol dire farlo con amore. Il che vuol dire senza alcuna costrizione: volentieri”.
 
Pregare con il cuore non significa pregare sempre con sentimenti grandi e sublimi, ma essere determinato a pregare. Per spiegare questo concetto, padre Slavko cita l’esempio del bambino che, nonostante le difficoltà di apprendimento, va a scuola volentieri. Qualche altro bambino potrebbe anche essere un genio, che studia senza difficoltà e sforzi particolari, ma non va a scuola con il cuore, se ogni mattina ed ogni sera crea problemi ai propri genitori chiedendo insistentemente perché debba andare a scuola.
 
Ci sono persone che giustificano il loro non andare a Messa ed il loro non praticare una vita cristiana indicando il modo di vivere di certi cristiani che a Messa ci vanno, ma rimangono inalterati ed infruttuosi.

 La causa dell’infertilità nella vita dei cristiani criticati, sottolineava padre Slavko, non occorre cercarla nella santa Messa e nella Parola di Dio, ma nei loro cuori, che egli paragona ad un campo: “Chiunque lavori la terra, conosce un fatto per esperienza vissuta: è inutile avere un seme divino, se non prepari la terra come dovresti. È inutile tutto quello che fai, se le radici dell’erbaccia non le estirpi completamente”.
 
Determinarsi volentieri alla preghiera è, dunque, il primo passo verso una preghiera con il cuore. È poi necessario dedicare sufficiente tempo alla preghiera, perché essa è incontro con Dio, al quale, come a tutti gli incontri, occorre dedicare del tempo. Aprire il cuore alla volontà divina è un momento particolarmente importante, come per Maria, la quale dice: “Eccomi al tuo servizio, o Signore, sia fatta la tua volontà”. In questo modo, l’orante, dal canto suo, pone le premesse per l’incontro, ed evita di dettare delle condizioni a Dio. È così che inizia la preghiera fatta con il cuore.
 
Per il resto, occorre affidarsi a Dio ed alla sua iniziativa. Padre Slavko, come maestro spirituale, ha lo specifico merito di avere dato alla spiritualità di Medjugorje una struttura riconoscibile. Il suo tipo di spiritualità non era lasciato in balia dei sentimenti, ma era eccome ponderato e preparato, razionale, sensato, comprensibile a chiunque.
 
 D’altro canto, tuttavia, era pieno di calore e di cuore. Con questo genere di spiritualità, padre Slavko, con una grande sensibilità, cercava di avvicinarsi alla natura, al carattere ed alla realtà della vita dell’uomo moderno, per condurlo verso le strade della crescita spirituale”.

mercoledì 19 luglio 2017

Il racconto del primo testimone dei fatti di Medjugorje… Marinko Ivankovic…
 
 

 
Come ha vissuto il miracolo delle apparizioni della Madonna un tranquillo meccanico di Medjugorje, durante i primissimi e confusi momenti in cui i giovani veggenti cominciarono a raccontare l’incredibile esperienza che stavano vivendo? Marinko Ivankovic è, oggi, un pensionato come tanti altri che trascorre serenamente la sua vita nel piccolo borgo croato; è vicino di casa dei veggenti e, nel corso degli avvenimenti del 1981, si è confrontato con loro e ha ascoltato i loro racconti. Ha tenuto perfino un diario, stranamente scomparso, in cui ha descritto tutto quello che era accaduto e di cui, suo malgrado, era stato testimone, annotando anche le proprie sensazioni, i dubbi e le emozioni provate in quegli attimi frenetici.

Marinko non ha bisogno di nessun promemoria per ricordare quel fatidico 25 giugno 1981:
Da sempre vicino di casa dei veggenti,  la sua memoria conserva perfettamente ogni attimo vissuto quando, mentre si trovava in macchina ( aveva 38 anni ) per andare a lavoro, si fermò per dare un passaggio a Marija e a Vicka che si dovevano recare a Citluk per un corso di formazione scolastico. Mentre erano tutti insieme in macchina, Vicka non potè fare a meno di raccontare all’uomo ciò che le era accaduto il pomeriggio precedente: aveva visto la Madonna. Non solo: continuava a vederla sul Podbrdo anche mentre era con lui e Marija in auto. Marinko fu sorpreso da queste affermazioni, arrestò improvvisamente la macchina, si voltò e fissò incredulo la ragazzina, chiedendole di raccontare tutto per filo e per segno. Ella gli confidò tutto: la paura, la fuga verso casa, il ritorno sulla collina, la visione della Gospa.
Ripensando a quei momenti, Marinko riferisce di aver creduto a Vicka immediatamente, di non aver avuto nessun dubbio nè sulle sue parole nè su quanto ella diceva di aver visto: si riservò, però, la possibilità di andare a parlare con Ivan, un altro dei veggenti di Medjugorje, per avere la conferma del racconto della ragazza. Ma i travolgenti eventi successivi non poterono che confermare ulteriormente quanto stava accadendo: Marinko si ritrovò a parlare con tutti i veggenti, ancora scombussolati dall’accaduto, ad ascoltare i loro racconti comuni, ma diversi, a consolare Ivanka, incapace di frenare il pianto sconsolato per avere visto la Madonna e avere saputo che la sua mamma, morta tempo prima, stava bene ed era con lei. Decise di rivolgersi a un sacerdote, cercò Padre Jozo che, però, non era a Medjugorje. Il sostituto gli rispose di non poter fare nulla in merito a questa vicenda, poichè se qualcuno dice di aver visto la Madonna, questo resta un fatto assolutamente privato e personale.

La concitazione e la tensione di quei momenti erano altissime, il paese in subbuglio, la notizia si spargeva veloce, cominciavano già i primi pellegrinaggi dei paesani sul monte: nessuno, in realtà, sapeva cosa pensare veramente, ma la devozione e lo stupore per un evento di tale portata non potevano essere trattenuti. Marinko visse quegli attimi fianco a fianco ai veggenti, condotto da loro nel punto preciso dove essi dicevano di vedere la Madonna ed il quarto giorno delle apparizioni lasciò una croce bianca per ricordarne il punto preciso.. L’uomo fu l’unico a riuscire a parlare con i ragazzi anche durante l’apparizione, nel momento culminante dell’estasi, quando essi cadono in ginocchio e appare la Madonna: rivolgeva loro le sue domande e otteneva le risposte, consapevole del fatto che la Madonna, in quei momenti parlava e si manifestava ai suoi prescelti. Lui credette da subito…..
 

sabato 15 luglio 2017


Paralizzata da cinque anni, Mara Odak, casalinga 49enne abitante a Mostar, è guarita improvvisamente. Non dubita che si tratti di un miracolo, anzi precisa: «un grandissimo miracolo !». E spiega:... «. La Vergine Maria ha esaudito le mie preghiere e adesso vengo qui in pellegrinaggio, ogni settimana, per ringraziarla».
 
Mara, sposata con Veselko Primorac e madre di due figli, era allora gravemente ammalata e inferma, costretta a letto da una paralisi che non le permetteva di camminare né di muovere il capo, per un pauroso infortunio che per poco non le era costato la vita: una accidentale caduta dal terzo piano, giù dal vano delle scale di casa, avvenuta cinque anni prima, nella primavera del 1976.

Dopo un ricovero di oltre tre mesi in ospedale e dopo innumerevoli cure, i medici (diagnosticatele fratture multiple alla gamba sinistra e la lesione di due vertebre cervicali con deformazione irreversibile della spina dorsale) non l'avevano più ritenuta guaribile.

Continua a ripetere:... «Se uno ha fede, può chiedere a Dio e alla Madonna qualunque cosa».
Il suo aspetto non conserva alcuna traccia delle passate tribolazioni. Carnagione rosea, capelli castani e ricciuti, occhi chiari, ha un fisico forte e robusto, movimenti agili, passo sicuro...
«Fu mia sorella Anda, che abita a Citluk» dice «ad informarmi delle apparizioni della Madonna sul colle di Podbrdo.

Un giorno Anda, mia sorella ( di Citluk ),  nel mese di agosto 1981, venne a trovarmi, e mi parlò dei prodigi di Medjugorje e mi fece come balenare la speranza che la Madonna potesse guarirmi».

Racconta: «Mi trovavo dunque a casa, inchiodata al letto e ormai rassegnata al mio destino, quando Anda mi suggerì di chiedere una grazia alla Gospa di Medjugorje. Lei conosceva bene la mia grande devozione per la Vergine e sapeva inoltre che in famiglia non avrei incontrato ostacoli poiché le spese del viaggio da Mostar a Medjugorje, una trentina di chilometri in automobile, erano relativamente modeste.
 
C'erano però altre difficoltà da superare, di natura... politica. Mio marito Veselko, modesto operaio in una fabbrica dello Stato, aveva paura di eventuali ritorsioni dei suoi superiori, di alcuni suoi colleghi di reparto.

Temeva insomma che i caporioni locali della Lega dei comunisti, una volta venuti a conoscenza del fatto, lo accusassero di essere un clerico reazionario e gli facessero così perdere il posto».
I timori di Veselko Primorac erano tutt'altro che infondati. Proprio in quei giorni, allarmate per l'improvviso scoppio di fede mariana nel villaggio dell'Erzegovina meridionale, le autorità comuniste avevano scatenato, attraverso i giornali di partito, la radio e la televisione, una violenta campagna antireligiosa e anticlericale.

È facile comprendere come in questo clima di accuse e di intimidazioni Veselko Primorac avesse paura di rappresaglie. Ma le insistenze della moglie e il desiderio di accontentarla (in una possibile guarigione non sperava neppure lontanamente) lo indussero alla fine al coraggioso passo. Noleggiò l'automobile di un conoscente fidato, vi caricò sopra la moglie e con tutte le precauzioni del caso la condusse a Medjugorje.

Racconta: «Era il 15 agosto del 1981, un sabato, festa dell'Assunzione di Maria Vergine. Pochi minuti prima delle sei del pomeriggio arrivammo in auto fin davanti alla porta della chiesa, già gremita di fedeli. Anche sul sagrato c'era una gran folla, la messa stava per cominciare.
Mi scaricarono dalla macchina e mi adagiarono su una improvvisata barella. Poi alcuni volonterosi aiutarono mio marito a portarmi fino dentro la chiesa, a pochi passi dall'altare maggiore, dove intanto Vida Ivankovic e gli altri giovani veggenti avevano già iniziato a intonare il rosario, come tutte le sere».

«Quando la recita del rosario fu conclusa, Vida ( Vicka ndr ) mi riconobbe tra la folla e venne a salutarmi. Mi accarezzò i capelli dicendomi: "Coraggio, pregherò per te la Madonna".
Poi scomparve dentro la sagrestia con gli altri cinque ragazzi e cominciò la messa», racconta Mara Odak. «Tutto accadde pochi istanti dopo l'elevazione Eucaristica del Santissimo...
Fui colta all'improvviso da un brivido, da un gelo tremendo alla nuca, alla schiena, alle gambe.
 
D'un tratto il gelo si tramutò in calore, come un fuoco che pareva dovesse bruciarmi e che vedevo ardere intorno a me, in alto, nel cielo, oltre il tetto della chiesa. Tra le fiamme, nel cielo azzurro, scorsi la Madonna sorridere e poi Gesù fra gli Apostoli. Mi mancò il respiro dall'emozione, temetti di morire.... Invece trovai sorprendentemente la forza per alzarmi a sedere sulla barella e per gridare Gospo moia, Gospo moja, Madonna mia, Madonna mia... Ero guarita, potevo muovermi, girare il capo come volevo, camminare, persino correre !».


Finita la messa, Mara Odak, tra gli sguardi sbalorditi dei fedeli, uscì di chiesa barcollando. Ma a mano a mano che procedeva il suo passo diventava sempre più sicuro. Il marito, attonito e confuso, le stava accanto tentando di aiutarla, pronto a sorreggerla se ce ne fosse stato bisogno. Ma lei ormai camminava sicura, avanzava via via più spedita. Riuscì addirittura a percorrere sei chilometri a piedi. Arrivò fino a Citluk, alla casa della sorella Anda. Le due donne si abbracciarono singhiozzando, fra la commozione dei parenti, degli amici, dei curiosi accorsi alla notizia della prodigiosa guarigione.

«Si tratta di un miracolo, non ho dubbi. Lo confermano, fra l'altro, le radiografie e i certificati medici che ho raccolto», afferma padre Tomislav Vlasic, che assiste alla mia conversazione con la signora Mara Odak e che mi fa da interprete.

La donna conclude: «Io sto benissimo e dal 15 agosto 1981 non accuso più nessun disturbo. Anche i medici, pur non riuscendo assolutamente a spiegarsi il mistero, mi assicurano che sono completamente guarita, che posso condurre una vita normalissima. Ed è ciò che faccio: bado alle faccende domestiche, lavoro a maglia, passeggio con le amiche, vado in pellegrinaggio a Medjugorje. Ho fatto un piccolo voto: vengo qui a pregare e ringraziare la Madonna una volta la settimana..... ».

mercoledì 12 luglio 2017


A proposito di Medjugorje…..!

Di fra’ Marinko Sakota (Parroco a Medjugorje)
 
Io sono padre Marinko e sono cappellano qui a Medjugorje da settembre dell’anno scorso. Con Medjugorje sono collegato sin dagli inizi. Sono nato in un paese vicino a Medjugorje; a 5 km da qui.
Quando la Madonna è apparsa io avevo 13 anni. Noi abbiamo sentito subito la notizia, subito il secondo giorno. Già il terzo giorno ero sulla collina delle apparizioni con gli altri e con i veggenti. In questo modo ho seguito Medjugorje sin dall’inizio fino ad oggi. A causa di Medjugorje io ho scelto questa vocazione. Grazie a Medjugorje cerco di vivere il Vangelo. Medjugorje per me è la scuola del Vangelo. Come si vive il Vangelo. Medjugorje, quindi, non porta nulla di nuovo; non porta un insegnamento nuovo. Ci aiuta a vivere adesso ciò che ci era già stato dato. Quindi Medjugorje è un risveglio. Noi conosciamo il Vangelo anche senza Medjugorje; conosciamo bene l’invito alla preghiera; conosciamo l’invito a vivere la santa Messa; la confessione; la conversione; la pace…, ma noi non viviamo questo. E questo è il nostro problema. Noi sappiamo questo: bisogna pregare, digiunare, confessarsi. Noi conosciamo bene i comandamenti del Signore; il comandamento di Gesù: ama il tuo Dio, ama il tuo prossimo, ama il tuo nemico, perdona… Tutto questo lo sappiamo già. Ma, lo viviamo? Viviamo queste parole? Noi dimentichiamo. Perché lo sappiamo soltanto e tutto questo che sappiamo non è penetrato nella profondità del nostro essere; si è fermato sulla superficie. Come quel seme di cui Gesù parla. Se la parola di Gesù sul perdono non è penetrata profondamente nel mio essere vuol dire che io non vivo di questa parola. Se la parola "ama il tuo Dio" non è penetrata profondamente nel mio essere io non vivo di questa parola.

Io amo Dio? Io conosco questa parola, ma chiediamoci: Io amo Dio o no? Ho il tempo per Dio o no? Quando ci troviamo nella situazione di andare a Messa o poter fare qualcos’altro chiediamoci: per che cosa ci decidiamo? Chiediamoci se veramente amiamo Dio. Siamo capaci a dire: adesso spengo la tv e dedico il tempo alla preghiera? Amo Dio o no? Cosa significa Dio per me?

Amo il mio prossimo o no? Io conosco questa parola, questo comandamento… Ma amo il mio prossimo, o no? Ho il tempo per il mio prossimo oppure tutto il resto è sempre più importante? Vedo tutto ciò che è positivo nel mio prossimo? Amo il prossimo?

Da tutto questo possiamo capire che noi sappiamo bene tutte queste cose, però non le viviamo.

Noi uomini abbiamo portato alla perfezione la tecnica e il progresso, ma abbiamo trascurato lo spirituale. Ecco perché Maria ci risveglia. Ci risveglia dal sonno. Come Gesù ha fatto coi suoi discepoli nell’Orto degli Ulivi. Loro sono lì vicino a Lui, ma si sono addormentati. E Gesù li sveglia. Ecco: noi abbiamo bisogno di questo. Un continuo risveglio. E questo è Medjugorje. E noi abbiamo bisogno di questo. Comprendere che io non sono soltanto un essere materiale; sono anche un essere spirituale. Non devo soltanto pulire la mia camera e il mio corpo, ma anche la mia interiorità. E non soltanto nutrire il corpo, ma anche l’anima. Non soltanto lavorare e sviluppare le cose esteriori, ma crescere anche interiormente, spiritualmente. Ecco: questa è Medjugorje.

Adesso desidero condividere un po’ le mie esperienze su Medjugorje. I messaggi della Madonna per me sono un aiuto per vivere ciò che ho saputo già. Dunque io sapevo che dovevo perdonare, ma come farlo? Io sapevo già che bisogna digiunare… La Madonna ci invita a digiunare col cuore. Ma come farlo? E perché farlo? Io conoscevo le parole di Gesù quando dice: Prendi la tua croce. Ma perché prenderla? E come? Qual è il senso della croce? La Madonna dice: La croce diventi la gioia per voi. La croce è la gioia. Non sono forse contraddizioni? Una volta, quando avevo un conflitto con una persona, un mio amico con cui non abbiamo parlato per un paio di giorni, ho letto un libro scritto da padre Slavko Barbaric dove erano scritte le parole che la Madonna ha rivolto al gruppo di preghiera del veggente Ivan: Pregate per l’amore verso la persona che vi ha offeso. Pregate finchè non vedete tutto ciò che è positivo in quella persona. Questo mi ha aiutato a capire come perdonare. E io ho fatto così. Ho pregato così: Signore donami l’amore verso questa persona. Così ho pregato per tre giorni.
Dopo tre giorni ho esperimentato la liberazione. Dopo tre giorni ho potuto avvicinare quell’amico e stringergli la mano. In questa esperienza ho capito tante cose e da allora sempre prego così. Con le persone che mi offendono, mi feriscono, che sono pesanti per me, che non mi piacciono, prego sempre così: Signore dammi l’amore per questa persona. In questa esperienza ho capito perché Gesù ha detto: Amate i vostri nemici. Ho capito perché Gesù ha detto: Pietro devi perdonare 70 volte 7. Attraverso questo ho capito tutto: il senso del perdono. Ho capito che perdonare è la guarigione dell’anima, la liberazione. Non dobbiamo neppure più usare la parola "perdono", ma "guarigione", "liberazione" dell’anima. Ho capito anche che non siamo giusti nei nostri confronti. Siamo giusti nei confronti del corpo e non siamo giusti nei confronti della nostra anima. Senza riflettere troppo andiamo subito a guarire qualsiasi ferita del corpo e dimentichiamo le ferite dell’anima. Le dimentichiamo per giorni, mesi, anni. Portiamo le ferite dentro e non siamo felici… E non c’è pace. Non riusciamo a dialogare gli uni con gli altri… E siamo infelici. Perdonare significa proprio questo: guarire l’interiorità. Quando qualcuno mi offende, mi ferisce, nella mia interiorità comincia ad esserci l’inverno: tutto è gelido. Quindi il gelo è dentro di me.
Usiamo spesso questa espressione: I nostri rapporti sono gelidi. Sono diventati freddi, ghiacciati. Sappiamo che durante l’inverno nella natura non cresce nulla. Tutto è tranquillo, tutto è presente sotto terra, negli alberi, ma non ci sono le condizioni per la crescita: non c’è calore. Invece durante la primavera comincia ad arrivare il calore, il sole e tutto comincia a crescere e germogliare. Quando prego per l’amore, "donami Signore l’amore per la persona che mi ha offeso", io prego per il sole, per il calore. E allora il ghiaccio dentro di me comincia a sciogliersi e dentro di me comincia a svegliarsi l’amore.

Quando qualcuno mi ferisce questa ferita chiude i miei occhi per vedere il bene che esiste nell’altro. E non vedo nulla di positivo nell’altro; vedo solo le sue negatività. Perché la ferita mi apre gli occhi per le negatività e il mio cuore diventa chiuso: cuore di pietra. Invece quando prego per l’amore i miei occhi si aprono. La Madonna dice: Pregate per l’amore finchè non vedete il positivo nell’altra persona. Prego per l’amore e i miei occhi cominciano ad aprirsi e vedo il positivo nell’altra persona e io comincio a liberarmi. Esco dal mio carcere. Divento libero. Guarisco. Divento capace di vivere la pace. Certo che su questo argomento ci sono tante domande.

Tutti dicono: Ma come faccio a perdonare qualcuno che ha commesso gravi ingiustizie nei miei confronti? Oppure: io perdono quella persona, ma lei non vuole parlare più con me. Oppure: Posso perdonare, ma non posso dimenticare. Oppure: Come faccio a perdonare il male che è stato commesso nei miei confronti? Tutte queste domande ci portano nella direzione sbagliata. Perché noi dimentichiamo che perdonare significa la guarigione della mia interiorità. E non ha nulla a che fare con l’ingiustizia. L’ingiustizia rimane ingiustizia e bisogna lottare contro. Ma io devo guarire la mia interiorità; non portare questo dentro di me. Perché questo mi pesa. Non si è più capace ad incontrare gli altri. Non c’è più pace interiore.

Oppure quando si dice: Posso perdonare, ma non posso dimenticare. Perché dimenticare? E’ contro la ragione. Non dobbiamo parlare di "dimenticare", ma dobbiamo usare un termine diverso: "guarire i ricordi". Come una ferita del corpo: quando guariamo rimane la cicatrice, ma non fa più male. Quando vedo la cicatrice mi ricordo: qui c’è stata una ferita, ma non mi fa più male.

Tutto questo viene insegnato nella Bibbia. Nella Bibbia è scritto tutto. Nulla è saltato. Ci sono tantissime cose importanti. Le cose terribili, ma anche questo è ottimo. Nulla è stato saltato nella Bibbia. Pietro ha rinnegato Gesù. Aveva un’immagine sbagliata di Gesù. Ma lui è guarito. San Paolo stesso dice: Io sono stato persecutore dei Cristiani. Lui non ha taciuto questo fatto. Lui metteva i Cristiani in prigione o li uccideva. Era presente alla morte di Stefano. Ma san Paolo è guarito. I suoi ricordi sono guariti. Lui ha capito: Gesù mi ama.

Ecco, cari amici. Questo è il senso del perdono. Guarire dentro.
Adesso voglio toccare altri due argomenti: croce e digiuno.
Tutto è collegato. La Madonna dice: Digiunate col cuore. Io ho esperimentato il digiuno durante un ritiro con padre Slavko. Ritiro di digiuno a pane e acqua per sette giorni. E oltre questo riuscivo a digiunare qualche volta il mercoledì e il venerdì a pane e acqua, come ci invita la Madonna. Ma vi dico sinceramente che non ho vissuto il digiuno a pane e acqua con gioia. Era difficile per me. Faticavo. Ma, da qualche mese, da quando sono di nuovo qui, io ho detto a me stesso: Comincia a credere alle parole della Madonna come hai creduto alle parole "ama il tuo nemico". Perché le parole della Madonna sono autentiche. Io mi sono convinto di questo. In questo momento non le capisco, ma sono vere. E ho cominciato a pregare secondo questa intenzione: Signore donami l’amore, perché io mi innamori del digiuno e perché il digiuno diventi per me la gioia. E questo è avvenuto veramente. Adesso il digiuno a pane e acqua per me è veramente gioia. Vedo e sento tanti frutti che provengono da questo digiuno. Non voglio prolungarmi su questo argomento.
Mi interessa l’argomento che voglio condividere con voi: La croce. La Madonna dice: La croce per voi diventi la gioia. La croce è la gioia. Anche in questa cosa ho detto a me stesso: credi alle parole della Madonna. Devono essere vere, perché Gesù dice: Accetta la tua croce. San Paolo dice: La croce per noi Cristiani è la saggezza, la sapienza. Vuol dire che in essa è nascosto qualcosa. Io non capisco. Ho capito che anche le persone possono essere le croci per me: una croce pesante. Le parole della Madonna, "ama coloro che ti hanno offeso", le ho prese e le ho applicate al concetto della croce. Ho cominciato a pregare per le persone che sono pesanti per me. Anche verso i confratelli con i quali vivo. Se un confratello è pesante per me: Signore donami l’amore per questa persona. E così prego. Dopo un breve periodo di esercizio intenso, questa persona non è più croce per me. Mi diventa addirittura simpatica, perché comincio a scoprire le caratteristiche positive in questa persona.
In genere abbiamo una difficoltà riguardo alla croce: Noi vediamo solamente il lato anteriore della croce. E Paolo dice: La croce è la sapienza. Dove è nascosta questa sapienza? In questo mi hanno aiutato le parole della Madonna. Al gruppo di preghiera di Ivan la Madonna ha detto: Pregate davanti alla croce i misteri gloriosi del rosario. Pregate i misteri gloriosi davanti alla croce. Questo significa: Guardate il lato posteriore della croce. Questo è importante. Ecco perché Gesù dice: Accetta la tua croce. Dopo sarà più facile per te. Se non accetto la croce tutto diventa difficile. Non vedo più la luce. Per esempio: un giovane che ha le solite difficoltà giovanili e non accetta queste difficoltà (la sua croce), incontra un altro che gli dice: accetta un po’ di droga. La croce in quel momento sparisce. Non c’è più ciò che è spiacevole. Ma dopo? E domani? Domani arriva la croce. La schiavitù. E così tutte le altre cose.
Ecco perché Gesù dice: Beati quelli che soffrono adesso qualcosa, perché dopo sarà diverso.
Ecco, cari amici, questa è stata una piccola introduzione nello spirito di Medjugorje, secondo le mie esperienze, la mia prospettiva. La Madonna ci educa e ci guida pian piano. Ci insegna come giungere alla pace. Ma la pace profonda.

martedì 11 luglio 2017

C'è Qualcuno molto speciale che sente molto la tua mancanza, e mi ha chiesto di dirti qualcosa per convincerti a tornare da Lui!



 Si.....c’è Qualcuno che sente molto la tua mancanza, e mi ha chiesto di dirti qualcosa per convincerti a tornare da Lui. In primo luogo perche non sei lo stesso senza di Lui, perché il tuo sorriso è passeggero, piangi spesso, sei sovente preoccupato, sei già stato tradito da presunti amici e stai cercando disperatamente di trovare il tuo posto nel mondo.

Questo Qualcuno vuole che tu sappia che le sue braccia sono sempre aperte per accoglierti quando sei stanco di correre lontano da Lui!

Conosce i motivi che ti hanno allontanato da Lui, capisce ciò che ti ha fatto desistere e abbandonare la bella amicizia che avevate, perché ricorda che lo definivi il tuo migliore amico.

Ricorda anche il modo in cui lo chiamavi Padre e come ti trattava come un figlio amato, curandoti sempre e sanando le ferite che gli altri ti procuravano.

Mi ha anche detto che hai già provato varie volte a tornare accanto a Lui, ma certe situazioni ed alcune persone non l’hanno permesso perché hanno una grande influenza su di te, e finiscono per trascinarti in luoghi in cui fai cose che hai sempre condannato. Sa cos’hai provato in quei momenti in cui hai avuto atteggiamenti che hanno macchiato la tua anima, ma vuole che tu sappia che è disposto a ripulire tutto questo e a fare di te una nuova creatura, basta solo che tu lo voglia, dal profondo del tuo cuore..

Riesci a ricordare le belle promesse che ti ha fatto? Ha sognato per te tanti progetti che ti avrebbe aiutato a realizzare. Ha detto che sarebbe stato con te in quel cammino, ma tu hai preferito abbandonare quella strada e prendere una scorciatoia senza neanche sapere dove ti avrebbe portato. Ti ha voluto illuminare, ma tu hai preferito l’oscurità. Ha voluto darti un obiettivo, ma tu hai scelto i dubbi che offre il mondo materialista e freddo...

Tante persone sono rimaste male quando ti hanno visto in quella situazione, e hanno lamentato profondamente le conseguenze che stai vivendo. Immagina come si sente Lui vedendoti così, con gli occhi chiusi e che rifiuti di aprirli perché non sopporti quello sguardo di perdono.

Perché non ti ritieni degno di tornare, conosci i peccati che porti nel cuore, ti vergogni delle cicatrici che hai ricevuto quando correvi in mezzo alle spine. Ma Lui ti vuole solo indietro, Lui cerca suo figlio/a.

A Lui non importa niente di quello che è accaduto, basta che tu ti penta e scelga di abbandonare la tua vecchia vita. Non sei quello che dicono gli altri, e Lui vuole ricostruirti. Torna, per favore, torna.
Sa che sei stanco di tutto questo, che non ce la fai più a vivere così, che hai nostalgia di quelle parole d’amore che solo Lui ti diceva, del modo in cui ti rafforzava. E allora torna, le Sue braccia sono ancora aperte.

Il Suo sorriso mi dice che Ti ha sempre amato, anche quando tu gli hai voltato le spalle, che ti pensava sempre anche quando lo hai dimenticato, e allora torna, per favore, torna.

Ti AMA alla follia, e non di un amore qualsiasi, perché Egli è l’amore stesso, ed è anche il perdono, la consolazione e la pace. Non c’è posto migliore in cui stare che davanti a Lui, con le ginocchia a terra e le mani tese chiedendogli di sostenerti.

Torna. Sarai perdonato e non condannato, tutto ciò che è accaduto cadrà nell’oblio. Scriverà per te una nuova storia che non avrà fine, perché ha dentro di sé l’eternità. Gira la testa e guarda indietro. Vedi un Uomo con le mani forate? Non ha il sorriso più bello che tu abbia mai visto? Senti nostalgia di Lui, vero? E allora torna, perché Gesù ti aspetta.
Sempre.....

Ave Maria
 
LA STORIA DELLA COMUNIONE SULLA MANO
Cronistoria di un abuso liturgico filo-protestante: ecco come il nuovo modo della Comunione nelle mani si fece largo nella Chiesa..... ( di don Marcello Stanzione )

 


 Nel XVI secolo, i riformatori protestanti, nel loro nuovo culto cristiano, ristabilirono la Comunione sulla mano per affermare due loro eresie fondamentali: non esisteva affatto la cosiddetta 'transustanziazione' e il pane usato era pane comune ! 

 

In altre parole, sostenevano che la reale presenza di Cristo nell'Eucarestia fosse solo una superstizione papista ed il pane fosse solo semplice pane e chiunque lo potesse maneggiare. Inoltre, affermarono che il ministro della Comunione non fosse affatto Diverso, nella sua natura, dai laici. é invece insegnamento cattolico che il Sacramento dell'Ordine Sacro dona all'uomo un potere spirituale, sacramentale, imprime cioè un segno indelebile nella sua anima e lo rende sostanzialmente diverso dai laici.

Al contrario, il ministro protestante è un uomo comune che guida gli inni, fa sermoni per sostenere le convinzioni dei credenti. Egli non può trasformare il pane ed il vino nel Corpo e nel Sangue di Nostro Signore, non può benedire, non può perdonare i peccati, non può, in una parola, fare niente che non possa fare un qualsiasi semplice laico.

Egli, dunque, non è veicolo di grazia soprannaturale. Il ristabilimento protestante della Comunione nella mano fu un 'semplice' modo per manifestare il rifiuto di credere nella reale presenza di Cristo nell'Eucarestia, rifiuto del Sacerdozio Sacramentale, in breve il negare l'intero Cattolicesimo. Da quel momento in avanti, la Comunione sulla mano acquistò un significato chiaramente anticattolico. Era una pratica palesemente anticattolica, fondata sulla negazione della reale presenza di Cristo nell'Eucarestia e del Sacerdozio. Dopo il Concilio Vaticano II, in Olanda, alcuni preti cattolici di mentalità protestante cominciarono a dare la Comunione sulla mano, scimmiottando la pratica protestante.

Ma alcuni Vescovi olandesi, anziché fare il loro dovere e condannare l'abuso, lo tollerarono e in tal modo permisero che l'abuso continuasse incontrollato. La pratica si diffuse dunque alla Germania, al Belgio, alla Francia. Ma se alcuni Vescovi parvero indifferenti a questo scandalo, gran parte del laicato di allora rimase oltraggiato. Fu l'indignazione di un grande numero di fedeli che spinse Papa Paolo VI a prendere l'iniziativa di sondare l'opinione dei Vescovi del mondo su questa questione ed essi votarono unicamente per MANTENERE la pratica tradizionale di ricevere la Santa Comunione sulla lingua.

é anche doveroso notare che, a quell'epoca, l'abuso era limitato a pochi Paesi Europei, tanto che non era ancora iniziato negli Stati Uniti e in America Latina. Papa Paolo VI promulgò allora, il 28 maggio 1969, il documento 'Memoriale Domini' in cui affermava testualmente: 'I Vescovi del mondo sono unanimemente contrari alla Comunione sulla mano. Deve essere osservato questo modo di distribuire la Comunione, ossia il sacerdote deve porre l'Ostia sulla lingua dei comunicandi. La Comunione sulla lingua non toglie dignità in nessun modo a chi si comunica. Ogni innovazione può portare all'irriverenza ed alla profanazione dell'Eucarestia, così come può intaccare gradualmente la dottrina corretta'. Il documento, inoltre, affermava: 'Il Supremo Pontefice giudica che il modo tradizionale ed antico di amministrare la Comunione ai fedeli non deve essere cambiato. La Sede Apostolica invita perciò fortemente i Vescovi, i preti ed il popolo ad osservare con zelo questa legge'. 

 Ma poiché questa era l'epoca del compromesso, il documento pontificio conteneva il germe della sua stessa distruzione, poiché l'Istruzione continuò dicendo che, dove l'abuso si era già fortemente consolidato, poteva essere legalizzato con la maggioranza dei due terzi in un ballottaggio segreto della Conferenza Episcopale Nazionale (a patto che la Santa Sede confermasse la decisione). 

Ciò finì a vantaggio dei sostenitori della Comunione nella mano. E si deve sottolineare che l'Istruzione diceva dove l'abuso si è già consolidato. Naturalmente, il clero di mentalità protestante (compreso il nostro) concluse che, se questa ribellione poteva essere legalizzata in Olanda, poteva essere legalizzata ovunque. Si pensò che, ignorando il 'Memoriale Domini' e sfidando la legge liturgica della Chiesa, questa ribellione non solo sarebbe stata tollerata, ma alla fine legalizzata.

Questo fu esattamente ciò che accadde, ed ecco perché abbiamo oggi la pratica della Comunione sulla mano. La Comunione sulla mano, quindi, non solo fu avviata nella disobbedienza, ma fu perpetuata con l'inganno. La propaganda, negli anni '70, fu usata per proporre la Comunione sulla mano ad un popolo ingenuo, con una campagna di mezze verità che dava ai cattolici la falsa impressione che il Vaticano II avesse fornito una disposizione per l'abuso, quando, di fatto, non vi è accenno in proposito in nessuno dei documenti del Concilio.

Inoltre, non venne detto ai fedeli che la pratica fu avviata da un clero di mentalità filoprotestante e filomassone, in spregio alla Legge liturgica stabilita, ma la fecero suonare come una richiesta da parte del laicato; non chiarirono, gli assertori della Comunione nelle mani, che i Vescovi del mondo, quando fu sondata la loro opinione, votarono unanimemente contro questa pratica; non fecero riferimento al fatto che il permesso doveva essere solo una tolleranza dell'abuso, laddove si fosse già instaurato nel 1969, e che non vi era stato alcun una via libera perché la Comunione nelle mani si diffondesse ad altri Paesi come l'Italia e gli Stati Uniti d'America. Siamo ora arrivati al punto in cui la pratica dell'Ostia sulla mano è addirittura presentata come il modo migliore di ricevere l'Eucarestia, e anche la maggior parte dei nostri fanciulli cattolici è stata male istruita a ricevere la Prima Comunione. Ai fedeli si dice che è una pratica facoltativa e se a loro non piace, possono ricevere la Comunione sulla lingua.

La tragedia è che se questo è facoltativo per il laicato, non lo è per il clero. I preti sono chiaramente istruiti ad amministrare la Comunione sulla mano, che a loro piaccia o no, a chiunque lo richieda, gettando così moltissimi preti in una agonizzante crisi di coscienza. E' dunque evidente che nessun prete può essere legittimamente forzato ad amministrare la Comunione sulla mano; dobbiamo pregare affinché il maggior numero di sacerdoti abbia il coraggio di salvaguardare la riverenza dovuta a questo Sacramento e non venga intrappolato in una falsa ubbidienza che fa sì che essi collaborino alla perdita di sacralità di Cristo nell'Eucarestia. 

I preti devono trovare il coraggio di combattere questa nuova pratica che fa parte dell'occulta strategia di protestantizzazione del Cattolicesimo, ricordando che Papa Paolo VI, giustamente, predisse che la Comunione sulla mano avrebbe portato all'irriverenza e alla profanazione dell'Eucarestia e ad una graduale erosione della dottrina ortodossa.

Questo abuso illegittimo si è così ben radicato come una tradizione locale, che anche Papa Giovanni Paolo II non ebbe successo a denunciare, nonostante un suo tentativo per frenare l'abuso.

Nella sua Lettera 'Dominae Cenae' del 24 febbraio 1980, il Pontefice polacco riaffermò gli insegnamenti della Chiesa secondo cui toccare le Sacre Specie e amministrarle con le proprie mani è un privilegio dei consacrati. Ma, per un qualsivoglia motivo, questo documento di 28 anni fa non conteneva nessuna minaccia di sanzioni contro laici, sacerdoti o Vescovi che avessero ignorato la difesa dell'uso della Comunione sulla lingua come voleva il Papa. Una legge senza una pena non è una legge, bensì un suggerimento.

Cosicché, il documento di Giovanni Paolo II fu accolto da diversi membri del clero dei Paesi dell'Occidente come un suggerimento non apprezzato e purtroppo trascurato. 

[Fonte: Petrus 29 marzo 2008]

Ad ognuno il suo discernimento....

Ave Maria! 

 

 

 

 

 
 

 


sabato 8 luglio 2017


Un mese prima delle apparizioni di Medugorje,  il Papa Giovanni Paolo II° chiese a Maria, la Madre di Dio,  di tornare sulla terra !!!

Parla Mirjana di Medjugorje (l’intervista è del 3 settembre 2013) –
"Io prego tutti i giorni per i genitori che hanno perso i loro figli, perchè so che questo fa male. Prego, perchè la Madonna li aiuti e stia loro vicino."

Nel mio incontro con il Papa Giovanni Paolo II° stavo in chiesa in Vaticano, in san Pietro, e il Papa passava e dava la benedizione a tutti. Così ha benedetto anche me. Il sacerdote vicino a me ha alzato la voce e ha detto: “Santo Padre, questa è Mirjana di Medjugorje”. Lui è tornato indietro, ha dato di nuovo la benedizione ed è andato via. Il pomeriggio abbiamo ricevuto un invito da parte del papa per la mattina seguente. Non ho dormito tutta la notte.

Posso dire di essere stata con un santo uomo. Perchè da come guardava, da come si comportava si vedeva che era un santo uomo. Lui mi ha detto: “Se io non fossi papa sarei già venuto a Medjugorje. So tutto. Seguo tutto. Conservate bene Medjugorje, perchè è speranza per tutto il mondo. Chiedi ai pellegrini di pregare per le mie intenzioni”. Quando il papa è morto è venuto qui un suo amico che voleva essere guarito. Lui si è presentato a me e mi ha detto che un mese prima che iniziassero le apparizioni a Medjugorje il papa ha chiesto in ginocchio alla Madonna che venisse di nuovo sulla terra!!!
Diceva: “Non ce la faccio da solo. C’è il muro di Berlino; c’è il comunismo. Ho bisogno di Te”. Era molto devoto alla Madonna.
Dopo più o meno un mese gli hanno detto che la Madonna stava apparendo in uno stato comunista, in un piccolo paese. Lui ha visto questo come risposta alla sua preghiera.

D: Ieri tante persone hanno visto un segno grande dopo l’apparizione.
R: A me hanno detto spesso che hanno visto il sole che balla. Io non ho visto niente. Solo la Madonna. Sono tornata a pregare.
Io posso dirvi: se avete visto qualcosa, se avete sentito qualcosa, pregate, perchè se Dio vi fa vedere qualcosa vuol dire che vuole qualcosa da voi. Lui vi risponde tramite la vostra preghiera. Voi non vi dovete preoccupare di cosa fare: prega e Lui ti dice, perchè ti ha fatto vedere qualcosa.
Lo stesso è successo a noi. Quando abbiamo visto la Madonna nessuno ci poteva aiutare. Solo la nostra preghiera ci aiutava a capire e ad andare avanti. Per questo pregate. Se avete visto il sole ballare pregate.

Vi posso solo dire una cosa come sorella: tante volte ho visto quando c’è la santa Messa le persone guardare i segni del sole. Io non voglio giudicare, ma la cosa mi fa tanto male, perchè il più grande miracolo sta sull’altare. Gesù è in mezzo a noi. E noi Gli giriamo la schiena e facciamo fotografie al sole che balla. No, quello non si può.


D: Esiste un popolo preferito dalla Madonna?
R: […] Quando la Madonna mi ha detto di pregare per i non credenti Le ho chiesto: “Chi sono i non credenti?” Lei mi ha detto: “Tutti quelli che non sentono la Chiesa come come la loro casa e Dio come loro Padre. Sono quelli che non conoscono l’Amore di Dio”.
Questo è tutto ciò che ha detto la Madonna e che io posso ripetere.
Ma cosa chiede a noi? Sacramenti, adorazione, rosario, confessione. Sono tutte le cose che sappiamo e che si fanno nella Chiesa cattolica.

Io non ho visto il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno. Quando, però, sto con la Madonna penso che questo sia il Paradiso.
Il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno lo hanno visto Vicka e Jakov. Quello è successo all’inizio delle apparizioni. Quando la Madonna è apparsa ha detto a loro due: “Adesso vi porto con me” Loro hanno pensato di morire. Jakov ha detto: “Madonna, Madre mia, porta Vicka. Lei ha 7 fratelli; io sono figlio unico”. Lei ha risposto: “Voglio farvi vedere che il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno esistono”.
Così loro li hanno visti. Mi hanno detto che in Paradiso non hanno visto nessuno che conoscono.

D: Tante volte sento nel cuore cose che si avverano. Sento anche di dover stare lontano da alcune persone che sono negative. Vorrei sapere se è una cosa che viene da Dio o dal demonio.
R: Questa è una domanda per il sacerdote, non per me. Quando parlo della Madonna io non voglio mai parlare del demonio, perchè quando parliamo del demonio gli diamo importanza. Io non lo voglio.
La Madonna ha detto in un messaggio: “Dove arrivo Io arriva anche Satana”. Perchè non può vedere sante Messe e preghiere senza cercare di fare qualcosa.Ma lui ha forza se noi gliela diamo. Se nel nostro cuore regna Dio, Gesù e la Madonna è già occupato.
Provo a rispondere a quella signora. Ma questa è la mia risposta, non so se è giusta. Quando sento nel cuore che qualcosa non và in una persona, io prego, perchè vedo in quella persona la croce, i problemi. Forse si comporta in questo modo perchè soffre e quando soffre vuole che soffrano anche gli altri, così pensa di sentirsi meglio. Io provo ad aiutare quella persona con pazienza, con preghiera e con amore.

D: Perchè la Madonna appare sempre in luoghi poveri?
R: Io posso chiedere a lei: perchè la Madonna è apparsa ai croati e non agli italiani? Io che penso che se fosse apparsa agli italiani sarebbe scappata il terzo giorno. Perchè voi domandate sempre: “Perchè, perchè, perchè?”

D: Una signora dice che è la prima volta che viene a Medjugorje. Ieri, durante l’apparizione, ha sentito delle urla molto forti, ma le persone vicino a lei non le hanno sentite. Da cosa può dipendere secondo te?
R: Non lo so. So solo che con la preghiera capirai. Forse la Madonna ti ha chiamata, perchè ha bisogno di qualcosa di particolare proprio da te. Forse tu puoi fare qualcosa per la Madonna. Prega perchè ti spieghi cosa devi fare.

D: La signora dice che suo marito ha perso la fede per quella tragedia che è successa in Italia. Un pullman che tornava da Padre Pio è caduto dal cavalcavia e sono morti quasi tutti. Lui si chiede: “Quelle persone tornavano dalla preghiera. Perchè Dio ha permesso che morissero in quella disgrazia?”
R: Solo Dio sa perchè è successo. Sapete cosa hanno detto da noi quando è successo? Hanno detto: “Come sono fortunati a morire dopo un pellegrinaggio”.
Ma sapete dove noi sbagliamo? Noi pensiamo che viviamo per sempre. Nessuno vivrà per sempre. Ogni momento può essere quello in cui Dio ci chiama. Perchè la vita passa. E’ solo un passaggio. Ci si deve guadagnare la vita con Dio. Quando vi chiamerà… La Madonna ha detto in un messaggio: “Quando Dio vi chiamerà vi chiederà della vostra vita. Cosa Gli racconterete? Come eravate?” Solo quello è importante. Quando sarò davanti a Dio e Lui mi chiederà della mia vita cosa Gli dirò? Cosa Gli racconterò? Come ero? Quanto amore ho avuto?
Suo marito dice che ha perso la fede per questa disgrazia. Quando una persona dice queste cose non ha mai sentito l’amore di Dio, perchè quando senti l’amore di Dio niente ti può allontanare da Dio. Perchè per te Dio diventa la tua vita e chi ti può allontanare dalla tua vita? Io muoio per Dio. Io come bambina di 15 anni ero pronta a morire per Dio. Quella è fede.

Ringraziamo Mirjana per la sua gentilezza e disponibilità.
Concludiamo con una preghiera.
Una promessa la possiamo fare a Mirjana. Tutte le persone che sono qui presenti promettono di pregare ogni giorno una Ave Maria per te. Se tutti preghiamo un’Ave Maria per te vedi quante Ave Maria hai…

Mirjana: Io volevo chiedervi proprio questo. Volevo chiedervi di cuore: per favore pregate per noi veggenti, per fare tutto quello che Dio vuole da noi. E’ molto facile sbagliare e noi abbiamo bisogno di voi, delle vostre preghiere.
Noi qui a Medjugorje preghiamo tutti i giorni per voi pellegrini, affinchè possiate capire perchè siete qua e cosa Dio vuole da voi. Così siamo sempre uniti con la preghiera, come vuole nostra Madre. Sempre come Suoi figli. Anche ieri ci invitava all’unità. E’ molto importante la nostra unità. Nel senso che se voi pregate per noi veggenti e noi per voi rimaniamo sempre uniti in Dio.




Mario

 

Testimonianza di Sr. Benedetta, dei Figli del Divino Amore di Medugorje....

Siamo a Medjugorje da 22 anni e da 21 anni collaboriamo, grazie all’invito fattoci da padre Slavko, con la parrocchia. All’inizio per la Messa degli italiani con la musica e il canto e poi piano piano la parrocchia ci ha inseriti sempre di più anche nel Rosario al pomeriggio, nella preghiera di guarigione, nel Rosario serale, nei vari incontri internazionali che animiamo. Ad esempio quelli che fanno per i dottori, per i sacerdoti, per le coppie. Ce ne sono vari durante l’anno.
Una delle cose che vi consiglio di prendere in seria considerazione è di provare a vivere la settimana di digiuno a pane e acqua. Tranquilli: non si muore. E’ un periodo di fortificazione e di purificazione molto forte, molto importante.
Ormai pochi sono quelli che non sanno usare internet. Coloro che invece sanno farlo vadano a vedere le varie date, perchè io non le ricordo. Una dovrebbe essere a novembre e l’altra dovrebbe essere la settimana dopo Pasqua. Per eventuali conferme guardate su internet o chiedete all’ufficio informazioni della parrocchia. Informatevi, perchè è qualcosa di straordinario. Una potenza enorme. Quando esci di lì te ne vai con il cuore a pezzi non solo per la comunione con le persone che sono lì con te per vivere quest’esperienza, ma fai proprio un’esperienza fortissima di intimità del cuore con Gesù Eucaristia. E’ una cosa straordinaria.

Adesso torniamo a noi.
Come dicevo sono 21 anni che svolgiamo questo servizio. Per noi è un motivo di grande gioia. Non è facile per 21 anni andare due o tre volte al giorno giù in chiesa. Perchè devi lasciare le tue cose e ci devi andare anche quando non stai bene. E’ comunque motivo di grande gioia, perchè dopo il sacrificio vedi anche la grazia. La grazia di cuori che si aprono e si convertono. Di persone che vengono a dirti “grazie, perchè questo canto mi ha spalancato il cuore”. Tante volte l’apertura del cuore è un giro di chiave molto importante. Ce lo dice anche la Mamma. La Madonna dice che è importante è aprire il cuore alla grazia, alla comunione, all’Amore, alla tenerezza.

Voglio farvi una domanda. E’ tanto che non la faccio ai fratelli che arrivano in questa casa. Che siete venuti a fare a Medjugorje? Chi ve lo ha fatto fare? Perchè proprio Medjugorje? Potevi andare in tanti posti, ma hai scelto di venire qui.
Lo dico come provocazione. Potevo dire “cosa ti ha spinto a venire a Medjugorje”? Invece, quando uno si sente dire “che sei venuto a fare?”, resta un attimo spaesato, ma poi riesce a fare un lavoro di introspezione per capire che cosa lo ha spinto ad accettare l’invito di Maria, Regina della Pace. A Medjugorje si arriva solo su invito di Maria. A Medjugorje si viene a pregare, perché qui riesce con più facilità, perché se ne sente la necessita!.....Quando c’è la sua chiamata allora siamo capaci di dare una risposta. Altrimenti o non abbiamo il desiderio o lo abbiamo, ma non abbiamo le possibilità. Ci sono migliaia di intralci. Invece quando Maria chiama e tu rispondi è fatta. Qualsiasi tipo di ostacolo viene superato. E ne nascono molti! Quando c’è da rispondere alla chiamata di Maria è il caso di dire che si scatenano i diavoli. Normalmente funziona così.

Maria ha un Suo progetto. Nei Suoi messaggi ci insegna che tutti i figli sono importanti, ma coloro che riescono a rispondere alla Sua chiamata Lei li chiama apostoli, perchè li prepara qui a Medjugorje per poi inviarli quando tornano a casa e la nostra Medjugorje comincerà a casa. Voi qui state vivendo un momento di sequela. Vi siete messi alla scuola di Maria. Quando tornerete a casa sarete proprio come gli apostoli: capaci di portare la tenerezza, la bellezza, la dolcezza di Maria a tutti coloro che vi incontreranno.

Lo diciamo scherzando, ma ci sono persone che hanno un acido, ma un acido che quando qualcuno si avvicina lo fa con timore. Io rientro in questa categoria.
Allora cosa facciamo? Io ho deciso di mettere la mia vita nelle Mani di Maria e di far sì che Lei mi insegni ad essere dolce, cordiale, disponibile, con il sorriso sulle labbra. E’ una lotta difficilissima. Dura. Maria sta lavorando con la Sua grazia su di me. Io lo vedo. Lo vedono anche le persone che vivono con me. Ciò vuol dire che è possibile.
Se mi sto svelando è per mostrarti che è possibile cambiare, che è possibile aprire il cuore. E’ possibile fare due richieste molto importanti qui a Medjugorje a Maria. Io l’ho sperimentato non soltanto su di me, ma anche grazie alle vostre testimonianze, di quei pellegrini che arrivano e poi tornando ci raccontano quello che è cambiato nella loro vita. Dico che Medjugorje è una clinica specializzata per trapianti di cuori e cervelli. Perchè la conversione è un cambiamento di mentalità, ma se non mettiamo a frutto anche tutto ciò che il Signore mette di buono nel nostro cuore… Per essere persone veramente convertite dobbiamo cambiare la nostra mentalità, ma anche il cuore. E’ chiaro?
Questo è venire a Medjugorje: accettare queste trasformazioni. Venire a Medjugorje vuol dire accettare che Gesù ci venga a cambiare, vuol dire fare un incontro d’amore con Gesù, non solo con la Madre, perchè Lei ci porta a Suo Figlio.
Facciamo questa esperienza a Medjugorje, ma tornando a casa che cosa racconterai? Una delle cose più importanti è non cercare segni esteriori. Se la Mamma ti fa vedere un segno nella natura o qualcosa và bene, ok. Li ha fatti per voi… Ma non venite a Medjugorje sperando di vedere qualcosa di soprannaturale per credere in Lei, perchè Maria ve lo stamperà a fuoco nel cuore il segno di cui avete bisogno. Se voi veramente aprite il cuore Lei ve lo stampa a fuoco con il fuoco dello Spirito Santo. Dopo invochiamo lo Spirito Santo perchè venga ad imprimere in modo indelebile dentro di noi questo amore di Maria, questo segno della conversione che è avvenuta grazie alla venuta a Medjugorje. Se siete persone che hanno già iniziato un cammino di conversione vivremo insieme una conversione nella conversione, perchè anche noi ogni giorno dobbiamo vivere la conversione nella conversione. Non è che perchè ieri mi sono comportata bene oggi sono una persona a posto, una persona convertita. No. Anche oggi dovrò vivere la mia buona battaglia per dimostrare a Dio che faccio sul serio anch’io con Lui. Non soltanto Lui con me; anch’io voglio fare sul serio con Lui e rispondere alla Sua chiamata che è la chiamata alla santità. Quella è una chiamata comune che abbiamo. A prescindere dallo stato di vita. Se non diventiamo santi il Paradiso lo vedremo col binocolo. Noi siamo stati creati per il Paradiso. Non siamo stati creati nè per il Purgatorio e tanto meno per l’inferno.

Quindi, cosa bisogna fare? Deciderci. Qui a Medjugorje dobbiamo prendere una decisione importante. Cosa vuoi fare della tua vita? Cosa vuoi fare con Maria? Perchè Lei ha bisogno di te.

Messaggio del 2 settembre 2012: Cari figli, ho bisogno di voi.
E lo ha ripetuto ancora il mese successivo. Recentemente lo ha ripetuto ancora: Ho bisogno di voi.
Non dormiamo, per favore. Perchè poi non dobbiamo dire: “Dov’eri quando io avevo bisogno di te? Perchè Dio in tutti i modi ci sta chiamando, aiutando, preservando dal male. Ci sta mostrando mille vie attraverso Maria, ma noi non rispondiamo neanche ad una di esse. Non rispondiamo con la dovuta serietà. Andiamo col sentimento: “Oggi mi sento di pregare”. e prego. Fra mezz’ora mi passa questo sentimento e non ho voglia di pregare: “Signore, Tu lo sai, ho tante cose da fare”. Sono tante scuse. E Dio te le metterà davanti quando tu andrai da Lui ad accusarLo: “Perchè non mi hai aiutato?” Dio ti dirà: “Figlia, ma come ‘perchè non mi hai aiutato’?” E ti mostrerà, come ha fatto con me, tutte le volte in cui Lui ti è stato accanto e tu Lo hai rifiutato.

Per avere un rapporto con Dio non basta guardare l’immagine di Gesù crocifisso. Devi pregare! Devi dialogare con Lui. Devi fare adorazione. Devi stare davanti a Lui, anche se non hai niente da dirGli. Stai lì. Lui ti guarda e ti ama. Lasciati amare.
Se non ti nutri dell’Eucaristia chi pensi di amare tu? Chi? Un amore fatto di simpatia.
Voi siete sposati, me lo potete insegnare: un vero amore è fatto anche di sacrificio. Io esco da casa e vado ad incontrare la persona che io amo. Non scendevate di casa per incontrare il vostro fidanzato?
La stessa cosa è per voi. O avete dimenticato cosa significhi essere innamorati? Con Dio è la stessa cosa. Lui continuamente ci parla, ma noi possiamo percepire nel cuore quello che Lui ci dice quando ci fermiamo e stiamo con Lui. A casa, in chiesa.
La Messa è insostituibile. Tu non la puoi sostituire con nessun atto di amore. Se non vai non vai: punto! Ciò che non fai tu non lo può fare un altro per te. Le preghiere che tu non fai restano non fatte.
A me fanno ridere le persone quando mi dicono: “Prega te la Madonna per me, perchè a te ti sente”. No! Tu non vuoi pregare! E’ diverso. Tu non vuoi pregare e vuoi lasciare la tua responsabilità a qualcun altro. No, no. Io per te non prego… Non è vero: lo faccio lo stesso… Però la mia preghiera è che le si apra il cuore all’Amore. Al desiderio di pregare. Perchè non si può scaricare addosso agli altri le proprie responsabilità.

Che fate: mettete al mondo i figli e poi li scaricate a qualcun altro o ve li crescete voi?
Devono sentire l’amore. Perchè persone come me che non hanno sentito molto l’amore, pur avendo avuto una famiglia bella alle spalle e dei genitori che non erano assolutamente cattivi… Per come parlo io potrei dare quest’impressione. No. Però oggi che ho 46 anni posso capire mia madre. Sono diventata adulta. Posso capire le difficoltà che aveva, i sacrifici che faceva e tutto il resto. Per cui aveva poca voglia di fare ciance quando tornava a casa. La capisco.

Non molto tempo fa io ero distrutta, perchè avevo lavorato per 16 ore e mi ero messa a letto cercando di recuperare qualche preghiera che non ero riuscita a finire durante la giornata. Ero in camera da letto distrutta. Sento bussare. Era una delle ragazze che oggi è novizia a Roma. “Posso entrare?” “No! Per favore lasciami stare. Ho bisogno di stare un pò tranquilla”. “Per favore”. Le ho detto: “amore, vieni”. E’ entrata. “Senti, ho capito che sei stanca. Non ti dico niente”. Sapete cosa ha fatto? Si è inginocchiata vicino al mio letto e ha appoggiato la sua testa sul mio petto. Si era accontentata di sentire un contatto materno, perchè è molto più piccola di me. A me veniva quasi da piangere perchè dicevo: “Vedi Signore, grazie perchè mi hai fatto capire che la mia vita se non mi appartiene più è Tua. Io devo lasciarTi fare anche quando fisicamente non ce la faccio più. Sei Tu a fare le cose”. Ho abbracciato questa ragazza. Dopo un pò se ne è andata a letto - stellina - tranquilla. Ha ringraziato. Io non avevo fatto niente. Capite? L’unica cosa che avevo fatto era dirle: “Ok, vieni”. Però prima avevo detto “no!” La mia umanità. Antepongo la mia stanchezza ad una necessità forte di una persona che per venire a quell’ora, per venire a prendere un abbraccio, vuol dire che dentro stava male.

La stessa cosa può accadere a voi quando tornerete a casa.
Maria vi userà come strumenti per portare l’amore, l’affetto. Anche un piccolo gesto di tenerezza a qualcuno. Vi può capitare di incontrare una di quelle persone che Maria chiama “figli lontani dall’Amore di Dio”. E tu che fai? Gli sbatti la porta in faccia? Non possiamo sbattere la porta in faccia a nessuno. A qualunque ora qualcuno bussi alla nostra porta. Per il solo fatto che sanno che siete persone che pregano, che venite a Medjugorje, che avete incontrato Dio nella vostra vita accogliete e parlate di Dio. Non dei vostri guai, delle malattie, magari anche - se fosse importante - portate una vostra testimonianza. Ma parlate di Dio. Non possiamo parlare di chi non conosciamo. Perciò è importante conoscere bene il Signore, andare a Messa, vivere i Sacramenti, il Sacramento della Confessione, avere un cuore pulito. Perchè ci capita di peccare. Non mi dite che non è vero. “E io che non vedo mai nessuno che peccati faccio?” Te li potrei elencare uno ad uno i peccati che si possono fare anche stando chiusi fra quattro mura. Perderei solo tempo, perchè ognuno sa le cose sue. So di trovarmi di fronte a persone intelligenti.

Maria ci fa cadere giù le mascherine. Le mascherine che ci fanno sembrare per forza persone per bene e poi dentro invece siamo rovinati.
Venire a Medjugorje vuol dire rinnovare il cuore. Venire a Medjugorje vuol dire smettere di mentire. Venire a Medjugorje vuol dire imparare a parlare secondo Verità: non la tua, ma quella di Dio. Non è detto che la tua sia la verità. La vera Verità. Venire a Medjugorje vuol dire incontrare l’Amore. Venire a Medjugorje vuol dire sperimentare il perdono. Lo devi sperimentare, perchè Medjugorje viene chiamato “il Confessionale del mondo”. Proprio perchè si viene rivestiti di grazia particolare e si aprono anche i cuori più duri. Persone che non si confessano da 50 anni. Ci sono delle testimonianze fortissime di conversione, di amore e tenerezza. Perchè incontrano Dio in Lei che è Amore e tenerezza e se ne innamorano.
Allora la vita comincia a cambiare. Comincia a nascere in te il desiderio di avere rispetto delle persone che hai intorno.

Troppe donne sono arrivate a Medjugorje piangendo e chiedendo preghiera proprio a me perchè i propri mariti le trattano come degli animaletti. In tutti i sensi. Sono situazioni molto gravi.
E poi conosco uomini, invece, che vengono qui dalla Madonna a piangere, perchè la loro consorte ha preso altre strade, lasciando tutto.
Noi non dobbiamo più permettere che questo accada, nè nella nostra vita nè in quella del nostro prossimo. Ci sono persone che ho conosciuto, forti nella fede, che adesso sono in piena fase di separazione. Che cosa sta succedendo? Il male prende piede, perchè noi lo lasciamo entrare nella nostra vita, nella nostra famiglia, nella nostra casa, nel lavoro. In che modo fermarlo? Con la preghiera. Non hai altre changes. L’unica cosa che da parte tua puoi fare è la preghiera. Allora questa grazia di Dio si riverserà su di te. Pronta a scendere su di te. Ma se noi mettiamo delle barriere Dio non ti violenta. Dio non ti da per forza quello che non vuoi. Te lo dico questo per esperienza personale.

Ho dovuto toccare proprio il fondo per accogliere la Sua grazia nella mia vita. E quando pensavo di aver raggiunto chissà quale livello mi sono trovata di nuovo a fondo. Perchè facevo io le mie cose. Avevo fatto io le mie scelte. Non avevo chiesto a Dio: “Signore, cosa vuoi Tu da me?” Non gli avevo chiesto niente. Avevo io deciso, io fatto, io detto. Dio Lo avevo messo da parte.
Se nella mia vita è crollato tutto io devo dire “grazie Signore, che lo hai permesso”. Perchè se Dio non lo avesse permesso io oggi non sarei stata qui. Non sarei stata una suora, una persona felice, una persona che desidera migliorarsi. Probabilmente mi sarei fatta fuori, perchè la mia intenzione era quella. Di suicidarmi. Sia prima di diventare suora che dopo aver fatto un’esperienza precedente prima di arrivare qui. Non perchè le suore dove ero stata io fossero pessime, ero io che non ero stata chiamata a vivere quel carisma. Perchè la mia chiamata era qui. Già da prima di andare da loro, ma io rifiutavo. Perchè ero ferita dalla figura degli uomini. Non volevo entrare in una comunità dove c’erano suore e frati che vivevano assieme. Per me era fuori da ogni schema. Le suore poi erano tutte a Roma. Qui erano tutti uomini con due o tre ragazze che erano in periodo di esperienza. Come formatore dovevo avere un frate. “Ma figuriamoci”, dicevo io, “se mi lascerò mai formare da…” Chi ero io? Chi ero per parlare così? Una persona con il cuore lontano da Dio, perchè non credevo che Dio potesse usare proprio i frati che erano qui per ridarmi quella dignità di donna, di sorella e di consacrata. Quanto è stato grande il Signore, proprio per mezzo di persone sulle quali non avrei puntato mai. Perchè Lui ci insegna: “Sono Io che faccio le cose, Io che le creo, Io che le porto avanti, Io che so trasformare anche il male in bene”.
Questo è valido per me, ma è valido anche per te. Per ogni giorno della tua vita e per saper rispondere alla tua chiamata. Con umiltà, semplicità, facendoti piccolo davanti a Dio. Non anteponendo le tue abitudini davanti alla tua chiamata alla preghiera.

Impara a rispettare anche le persone che hai accanto. Quanto è importante. Ve lo dico, perchè anch’io vivo la stessa cosa. Quando parlo di determinate cose è perchè le vivo. Avere rispetto per le persone che hai accanto, non dimenticando mai che Dio vive in loro. Ogni volta che tu rispondi male a qualcuno calpesti Gesù che è dentro di lui.
Poi andiamo dalla Madonna a piangere: “Ho bisogno di questa grazia…” Và ad amare, prima di tutto. Perchè attraverso l’amore ti arriveranno tutte le grazie di cui hai bisogno.
Voi ve ne andrete da Medjugorje carichi di ogni meraviglia nella vostra vita. Ma se non aprite gli occhi, non aprite le orecchie, non aprite il cuore tutto vi scivolerà addosso e tornerete a casa a mani vuote. Avete intenzione di tornare a casa a mani vuote?

No!
Spero bene. Perchè siete speciali per Maria, sennò non vi avrebbe chiamati. Perchè Lei conta su di voi e su di noi per arrivare a quei cuori feriti, a quei cuori che non sanno amare. Però dovete lavorare prima su voi stessi. Senza stancarvi mai. Non permettete allo scoraggiamento di prendere piede, perchè è il mezzo che il maligno usa per tormentarvi. Ti dirà: “Non sei capace; ma sei anziano; dove vuoi andare?”
Guarda… Tu puoi parlare ad un anima anche dal farmacista, dal verduraio o dal calzolaio. Non è necessario andare in Uganda o in Brasile.

Una donna una volta mi disse: “Suor Ida - perchè il mio nome di battesimo è quello - per favore prega per me, perchè ho deciso di partire missionaria in Brasile”. “Sono contenta. Bene. Ma tuo marito?” “E và beh. Lui non è tanto d’accordo”. “Allora intanto preghiamo”. Pensavo andasse con lei. “Ma lui viene con te o resta a casa?” “No, no! Lui resta a casa”. “Ah. Hai figli?” “Sì. Tre figli. La più piccola ha 14 anni e la più grande 21”. “Ah. E loro sono d’accordo che tu vada?” “No, ovviamente! Tutti cercano di impedirmelo”. Facendosi quasi un vanto che tutti cercassero di impedire questo suo desiderio. Le ho detto: “Senti, ma tu per che cosa mi hai chiesto preghiera?” “Perchè questo mio desiderio si possa realizzare”. “Ok. Io ti prometto la mia preghiera, ma perchè questo tuo desiderio si possa realizzare prima nella tua famiglia e poi fuori”. Una persona che mi lascia marito e figli per andare a realizzare un suo sogno… Le ho chiesto: “Posso farti una domanda indiscreta?” “Sì, sì, sì!” “Che cosa ti fa fuggire dalla tua famiglia! Dov’è il problema? Qual’è il problema che ti mette in questa condizione?”
Fratelli, la prima evangelizzazione noi la dobbiamo fare ai nostri. La Parola di Dio ci dice: “Convertiti tu e sarà salva tutta la tua famiglia”.
“Dunque, assieme alla tua famiglia vedi cosa fare. Non da sola. Abbandono tutti per i miei ideali. Pensa alla tua piccola di 14 anni cosa avrebbe potuto pensare di sua madre che abbandona tutto per i suoi ideali! Penso che avrebbe detto: ‘Se questo è il matrimonio meglio starsene per conto proprio!’” Io l’avrei pensato. Non avrei parlato più con mia madre.

Riflettete attentamente: la vostra conversione deve avvenire quando siete sul campo di battaglia. Questo vuol dire dare amore ad un marito che non ti dice grazie o ad una moglie che ti brontola continuamente o ai figli che non hanno scelto la via che tu volevi e hanno fatto altre scelte o ai genitori che hanno preteso da te cose che tu non potevi dare loro. Ci possono essere migliaia di motivazioni che possono dividere il cuore dei genitori dai figli o dei figli dai genitori. Rimettiamo ordine nella nostra casa.

Io non vengo mai fuori a parlare ai pellegrini, ai fratelli e alle sorelle, se prima non sono a posto con tutte le persone. Non vengo mai a parlare se ho qualcosa contro qualcuno o se qualcuno ha qualcosa verso di me senza prima riconciliarmi. Non mi importa se ho torto o ragione. Perchè se io devo portare Dio a voi devo avere un cuore retto. Altrimenti dico alla superiora: “Manda qualcun altro, perchè io non posso andare. Non sto in pace con me stessa e non sto in pace con gli altri. Non porterei Dio. Porterei me stessa e di me stessa loro non hanno bisogno!”
A voi tocca fare la stessa cosa.

Ora vi parlo brevemente della mia fondatrice e della mia comunità. E’ giusto dare dei cenni.
Lei è venuta a Medjugorje nell’83. A fine agosto. Nei giorni di santa Monica e sant’Agostino. Attraverso il dono della Confessione ha fatto un incontro spettacolare con Dio. Ha incontrato quello che cercava. Il suo padre spirituale le diceva sempre che Dio è padre e madre. Lei non riusciva a capire come Dio potesse essere madre. Quel santo sacerdote che la confessò le fece capire molto chiaramente che Maria era l’espressione della maternità di Dio e che se voleva fare esperienza della maternità di dio doveva incontrare profondamente Lei nel cuore. Se voleva capire cosa era una vera maternità spirituale doveva guardare Lei, fare scuola da Lei, pregare Lei. E così ha cominciato a fare. Ha cominciato a vivere i Suoi messaggi. Compreso quello di formare gruppi di preghiera, cenacoli di preghiera. A partire dalla sua casa. E vi assicuro che arrivava di tutto in quella casa. I vicini di casa erano sconvolti. Arrivavano tossicodipendenti, prostitute… Arrivavano quelle persone che noi normalmente teniamo alla larga. Perchè sono una rogna. O perchè ci vergogniamo a farci vedere con loro. Non ce li portiamo a casa perchè bisogna stare attenti: magari ti spogliano la casa in 10 secondi. Uno non si fida e ha ben ragione di farlo. Però si può parlare lo stesso loro di Dio e si può insegnare loro a pregare.
Questo è quello che Dio ci chiede.
Come pensiamo di salvarle noi le anime? Mettendoci al posto di Dio? Faremmo un bel crollo. Insegnando agli altri a pregare, portandoli a Dio salveremo le anime. Quello è il passo che noi possiamo fare. Ma se non abbiamo un cuore disposto ad amare, a sacrificarsi, non ci muoveremo mai. E la chiamata che Maria ti ha fatto la rendi vana.
Io ti parlo di queste persone, ma potrebbe anche essere una persona in crisi matrimoniale, una persona che si sente sola, una persona depressa. Maria vi può mettere di tutto e di più davanti. Per questo occorre la preghiera, perchè bisogna saper aiutare le persone. Farlo nel modo giusto. Lei ci insegna in che modo: attraverso la preghiera. Pregando per loro e pregando con loro. Perchè loro la salvezza la vivranno quando vivranno il loro incontro con Dio attraverso Maria. Attraverso l’adorazione, attraverso la santa Messa, ma portandoli a Dio.
Non saremo noi i salvatori della patria. Noi dobbiamo anche accettare che quando avviciniamo qualcuno e capiamo che non sono nella situazione ideale ci mandino anche a fare un giro. E’ probabile, ma non demordere. Continua a pregare per quella persona.

Maria è questo che ci chiede: sacrificare la nostra vita nella preghiera. Se non siamo disposti a far quello è inutile venire a Medjugorje, è inutile andare a Lourdes, è inutile andare a Fatima. Anche i santi che andate a trovare nei vostri pellegrinaggi hanno donato la loro vita a Dio sacrificandosi nella preghiera. Hanno fatto della preghiera il loro pane quotidiano, dell’Eucaristia il loro pane quotidiano, dell’amore per il prossimo il loro pane quotidiano. Si sono saziati di questo pane che spesso è inzuppato nella sofferenza. Ma noi abbiamo paura di soffrire. Diciamo: “Ho già avuto tante sofferenze”. Cosa ne sai tu se hai avuto già troppe sofferenze? Pensi che dio capisca meno di quello che tu comprendi?

Attenzione. La nostra superbia ci può portare a dire di no a Dio e a pensare di poter fare tutto senza di Lui. Non possiamo fare neanche qualcosa senza Dio, senza la Sua benedizione.
Una volta Maria ha detto che facciamo le cose senza chiedere a Dio la Sua benedizione. Lei era triste per questo. Perchè non chiediamo mai a Dio la benedizione quando ci svegliamo, la benedizione per lo sposo e per i nostri figli, la benedizione per la comunità, per il lavoro affinchè tutto sia fatto santamente.

Medjugorje vuol dire risvegliarsi dal sonno, da quell’intorpidimento dell’anima. Maria vuole scuotere le coscienze di quei figli che sono disposti a rispondere alla Sua chiamata.
E’ chiaro fratelli?
La mia fondatrice lo ha fatto. Ha messo in gioco tutta la sua vita. Stilista e creatrice di moda ha mollato la sua carriera per servire Dio, per servire gli ultimi. Perchè proprio servendo loro Dio metteva nel suo cuore un amore forte, un continuo perdono, l’umiltà di lasciarsi anche prendere in giro, di far finta di non vedere. Perchè se lei non avesse fatto quest’esperienza d’amore prima oggi noi non potremmo essere qui. Parlo di noi comunitari. Perchè qua arrivano delle teste belle dure. Arrivano persone col cuore molto ferito. Persone piene d’orgoglio, con atteggiamenti di difesa e tu devi entrare con calma e delicatezza nel cuore di ciascuno per aiutare ad aprirsi e a far capire loro che nessuno vuole far loro del male.
Queste sono le prime tappe che noi facciamo fare alle persone che vengono a fare esperienza proprio qua a Medjugorje. Perchè questo è il luogo della guarigione della fede, del cuore e della conversione. Se noi qua non ci decidiamo per Dio non lo faremo neanche quando siamo in Italia. Se non lo faremo qua che è un luogo di grazia particolare quando saremo in Italia venderemo solo fumo.

Madre Rosaria, questo è il suo nome, è andata avanti finchè nel 1993 è cominciata questa grande storia della nostra comunità con i primi voti delle prime sorelle che hanno cominciato a vivere assieme proprio grazie alla preghiera. Così hanno cominciato la comunità femminile. Siamo le “Figlie adoratrici del Sangue preziosissimo”. I nostri frati sono gli “apostoli di Maria addolorata”. I primi frati sono arrivati nel 1996.
Insieme condividiamo il carisma comunitario che è la preghiera di riparazione. Cos’è? E’ un saper offrire la propria vita, tutto quello che sei, quello che fai, le ore di preghiera… Preghiamo 7 ore e mezza al giorno, intervallate dai pasti e dal lavoro. Per poi fare che cosa? Per portare tutto a Dio per quei fratelli e quelle sorelle che sono ancora lontani dall’Amore di Dio. Per riparare i peccati dell’aborto, i divorzi, le separazioni, l’eutanasia e i tutti i peccati contro la vita. Riparare continuamente tutto ciò che è peccato. Senza paura.
Certo che il demonio ci si scaglia contro. Ve lo dico che arriva. Perchè non sarà contento del cambiamento della vita che avrete, sopratutto del fatto che volete servire Maria che lo sconfigge con la Sua umiltà.
Per questo la nostra comunità si fa carico dei pellegrini che Maria porta nella nostra casa, pregando per loro ogni giorno. Più volte al giorno. In modo particolare li consacriamo al Suo Cuore Immacolato proprio perchè satana possa venire il meno possibile a disturbarli. Perchè è facile abbattersi stando a casa. Se tu sei una persona che prega quando satana verrà a bussare alla porta di casa tua tu ne sentirai la puzza e non gli aprirai. Lo riconoscerai quando arriva e non gli aprirai. Anche attraverso situazioni o persone. Avrai quel giusto discernimento che ti serve per fare bene il tuo cammino. Ma se non preghi questo non potrà accadere.

L’Eucaristia, la Parola di Dio, la Confessione, il digiuno e la preghiera del Rosario. La “preghiera del cuore” la chiama Maria. Attraverso il Rosario noi meditiamo la vita di Cristo, la storia della nostra salvezza.
Sono quei 5 sassi che Maria ci ha dato.
Noi non abbiamo paura di viverli tutti. Noi cerchiamo di viverli fino in fondo.
Non abbiate paura di digiunare il mercoledì e il venerdì. Cominciate con un giorno. Anche un pasto alla volta. Immettetevi in questa strada e vedrete che i miracoli non c’è bisogno di chiederli a Medjugorje. Li vedrete nella vostra vita a casa. Con la preghiera e il digiuno.
E’ chiaro fratelli?

La nostra comunità, quindi, è nata nel ’93. Oggi siamo un’associazione pubblica. E’ un cammino lungo quello del riconoscimento. Ma non abbiamo nessuna fretta. Sopratutto noi che siamo qui a Medjugorje.
Noi suore fisse a Medjugorje non portiamo il velo. Avete notato, invece, che l’altra suorina lo porta. Perchè sono suore che vengono da Roma dove non hanno problemi a portare il loro abito e il velo. Qui per tutelare questa missione, perchè ci sono ancora difficoltà per i religiosi a stare a Medjugorje, abbiamo rinunciato a portare sia l’abito che il velo, pur di continuare a collaborare con Maria. Per noi non è un problema. Il velo lo portiamo sul cuore. Perchè non sarà quello a segnare la nostra storia. Maria segnerà la nostra storia con la potenza del Suo Amore.
Vi voglio solo ricordare che la Chiesa l’ha proclamata “onnipotente per grazia”. ChiedeteLe tutto. Tutto! Di qualsiasi cosa abbiate bisogno pregate e chiedete. Perchè Lei non aspetta altro di elargirvi tutte le grazie di cui avete bisogno. Per voi e anche per gli altri. Non abbiate nessun timore. Non fatevi scrupoli. ChiedeteLe tutto e sopratutto dateLe il vostro cuore. DateLe la vostra mano. Quella manina tesa… Portatevi a casa una Madonnina. Anche piccinina. Non importa. Basta che abbia questa manina tesa. Vi ricorderà non solo questo incontro, ma sopratutto che Lei ti dice: “Io sono con te. Sempre. Ogni momento della tua vita”.
 
Sr. Benedetta